La Lapide
Non esiste cosa più bella dell’emozionarsi per ricordi mai vissuti..ma percepiti. Perché è proprio quella percezione a farti capire la purezza di ogni singola lacrima versata davanti a quella Lapide. È un momento in cui il dolore fa l’amore con la quiete, la pace..e la natura sembra stata creata e dipinta ad hoc. La mia mano era ben stretta a quella di un’altra persona quel giorno. Mi assecondava nel non guardarci..ma era come se lo stesse facendo. Non parlava ma mi stava confortando..a modo suo. Sciarpe di ogni colore, foto di persone scomparse legate inesorabilmente dallo stesso avverso destino. Ogni cosa sembrava esser stata messa in quell’ordine per un motivo. No,non c’è stato spazio per l’interpretazione. Non quella volta. Abbiamo dato vita ad un silenzio rumoroso, intenso. E lei giorni dopo me lo scrisse..”Anche se di calcio capisco ben poco, in quel momento si percepiva il dolore non solo per la perdita di una grande squadra ma per le giovani vite spezzate da un destino infame..”
Come d’incanto ritorni bambino. A quando dopo l’ennesima beffa durante un derby il tuo vecchio ti apriva la porta di casa sorridendo..ti guardava nel mentre gettavi la sciarpa granata sul divano cercando di asciugarti le lacrime con le maniche della maglietta.E continuava a fissarti con quel sorriso mai beffardo, come se volesse dirti : ” Ricorda sempre che il Toro non è solo una squadra sportiva. È un ideale, un modo di vivere. È cultura. È una corrente di pensiero che ti permette di Esistere e non di Sopravvivere” E come sempre..Realizzavi e ripartivi. E tornavi a sentirla eccome quell’atmosfera magica tra le macellerie, le tabaccherie, i bar di Via Filadelfia anche in un semplice martedì di luglio. Aria di casa, di tradizione, di legame imprescindibile tra ciò che eravamo e ciò che oggi siamo. E lo sguardo andava sempre verso la collina, verso quella Basilica che tutt’oggi regna sovrana su Torino.
Francesco De Luca e Alessandro Forte con la loro “Lettere da Mosca”. Non poteva esistere melodia più azzeccata questa sera. Ascoltatela almeno una volta e capirete.
Sogni T’ORO.
Leo Menegazzi